Milano: la storia del quartiere San Babila
La sede milanese del nostro Gruppo è in via Borgogna, nel cuore di uno dei più antichi quartieri di Milano, a due passi da piazza San Babila.
Si tratta di un lungo considerato storicamente come il punto d’incontro favorito della borghesia milanese.
Sino agli anni trenta non era una piazza, ma era solo uno slargo che si apriva sul Corso Vittorio Emanuele e sulla Basilica, dedicata a San Babila Vescovo.
Larga parte delle architetture che delineano Piazza San Babila risalgono agli anni trenta, in epoca fascista.
Nel corso degli anni sessanta inoltre la piazza accentuò la propria connotazione come “luogo della destra”. Già all’indomani della guerra secondo Tommaso Staiti di Cuddia, allora parlamentare , piazza San Babila era una sorta di “sede aggiuntiva” dei locali della Giovane Italia e del Raggruppamento giovanile di corso Monforte 13.
«San Babila – spiega Staiti di Cuddia – la scoprimmo io e Franco Petronio quasi per caso passeggiando a Milano intorno al 1967. C’erano le avvisaglie della contestazione ed una sera vedemmo stazionare dei ragazzi, che in maniera estetica, esprimevano una gioventù diversa da quella dei capelloni e degli hippies. Nel frattempo Nencioni aveva trovato una sede per la Giovane Italia ed il Raggruppamento giovanile in via Monforte, a due passi da San Babila. La sede non era molto grande ma il pomeriggio e la sera erano alcune centinaia di ragazzi che gravitano fra la sede e San Babila».
E’ proprio negli anni settanta che nasce un neologismo dispregiativo: sanbabilino.
La storia di questo quartiere si mischia con la storia della città che negli anni settanta è stata un crocevia di persone, realtà e tendenze.
Nel 1976 il regista Carlo Lizzani, molto attento alle tematiche sociali, realizza San Babila ore 20. Un delitto inutile, film liberamente ispirato ad alcuni fatti di cronaca nera che hanno coinvolto i frequentatori della piazza.
Negli anni successivi, Piazza San Babila, vedrà la nascita di numerosi fenomeni di costume e sotto culture giovanili quali i Fioruccini (dal nome del negozio di Corso Vittorio Emanuele), i Paninari (nati al bar Il panino della vicina Piazzetta Liberty) e Yuppy.
La piazza, a pianta rettangolare, presenta la Torre Snia Viscosa, che rappresenta il primo grattacielo della città (realizzato da Alessandro Rimini, 1937). Analoga è l’impostazione di piazza San Babila sul fronte interno, nel quale spicca l’imponente palazzo del Toro (di Emilio Lancia e Raffaele Merendi, 1939), concepito come complesso polifunzionale, comprendente tra l’altro il Teatro Nuovo e il Teatro San Babila. Negli anni, pur permanendo la struttura, gli edifici hanno via via mutato proprietà e destinazione.
In mezzo alla Piazza dal 1997 si trova una grande fontana, realizzata con diversi tipi di graniti, dal Rosa di Baveno, al Nero della Valtellina e al Bianco di Montorfano, il manufatto è stato donato alla città da Fiera Milano.
La piazza e l’intero quartiere rappresentano oggi il cuore pulsante della Milano commerciale e finanziaria, si respira in ogni angolo l’aria glamour di una metropoli che conserva un fascino unico.