07 Mar 2016

La storia del quartiere Santa Lucia

La sede storica del nostro Gruppo è nel cuore di Santa Lucia, un antico borgo di Napoli.

Il Borgo marinaro di Santa Lucia prende il nome dalla Chiesa di Santa Lucia a Mare. La sua storia si identifica con la storia di Napoli, fin dallo sbarco dei coloni greci provenienti da Cuma, che qui decisero di fondare il piccolo emporio portuale di Falero dal quale più tardi nacque Partenope.
L’aspetto gaio e pittoresco della strada principale è stato oggetto di notevoli descrizioni letterarie da parte dei viaggiatori colpiti dalle singolari peculiarità antropologiche e geografiche quali la vicinanza del mare al monte Echia e al Vesuvio, mentre numerosi dipinti e stampe hanno esaltato la bellezza del sito.

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In epoca romana pre-imperiale, qui si sarebbe trasferito il generale romano Lucio Licinio Lucullo, che avrebbe innalzato la sua imponente e sfarzosa villa, dove poi avrebbe terminato i suoi giorni l’ultimo imperatore romano Romolo Augusto.
In epoca medievale la villa di Lucullo venne riconvertita in monastero dai basiliani che, in epoca ducale, presero a gestire la chiesa.
I viceré spagnoli, fra il ‘600 ed il ‘700, tennero in particolare considerazione il luogo, decidendo di abbellirlo con numerosi interventi, fra i quali il più importante fu quello affidato nel 1599 a Domenico Fontana che trasformò un borgo di pescatori e commercianti in uno dei siti più prestigiosi dell’epoca. Con l’arrivo dei Borboni a Napoli, i lucìani divennero intimi dei re, che se ne servirono come artigiani e fornitori della real casa.
La località divenne meta rinomata del turismo d’elite organizzato nel cosiddetto grand tour, e nel corso del settecento i principi di Francavilla vi costruirono un casino fra il mare e via Chiatamone, di cui furono ospiti molti personaggi celebri (fra cui Giacomo Casanova) e che poi passò prima in proprietà della famiglia reale e, poi, di Alessandro Dumas; dell’antico luogo di delizie, oggi è visibile solo un’ala superstite che si erge ancora alle spalle del centro congressi universitario.

Dopo l’unità d’Italia anche Santa Lucia, al pari del resto della città, conobbe il suo risanamento, che provocò una profonda trasformazione. Fra gli interventi, quelli più incisivi sul tessuto urbano consistettero nella colmata a mare, il cui progetto fu presentato dall’ingegnere Luigi Lops nel 1883, modificato nel 1885 e approvato nel 1886.
L’opera fu realizzata tra il 1895 e il primo decennio del XX secolo e portò alla creazione dell’attuale Rione Orsini (1919), all’apertura di un nuovo tratto di Via Partenope (poi intitolato all’irredentista Nazario Sauro) che ridusse Via Santa Lucia a strada interna, e all’edificazione delle case popolari al Borgo Marinari. Il mutamento dei luoghi, voluto dai nuovi amministratori, fu attaccato dagli intellettuali dell’epoca, secondo i quali il fascino della zona sarebbe stato irrimediabilmente danneggiato.
All’interno del quartiere sorgono altri edifici di pregio, costruiti dopo il risanamento e sopravvissuti alla guerra, fra i quali si segnalano: il palazzo delle Ferrovie, progettato da Arturo Tricomi e costruito tra il 1917 e il 1920, dal 2004 sede degli uffici della giunta della Regione Campani; il centro congressi dell’Università Federico II e il palazzo Galli, opera dell’architetto eclettico Gino Coppedè.
Nel 1943, durante la II guerra mondiale, sia la chiesa superiore che quella inferiore vennero quasi completamente distrutte dai bombardamenti alleati. Terminato il conflitto, nel 1945, grazie alle generose offerte dei parrocchiani, in pochi mesi venne eretta la nuova chiesa, su modello di quella ottocentesca.
Oggi il quartiere ospita alcuni fra i più prestigiosi circoli nautici napoletani, presso di essi, nel 1960, vennero ospitati gli atleti e le squadre partecipanti alle gare di vela delle Olimpiadi di Roma, che si svolsero interamente nel golfo di Napoli con partenza ed arrivo a Santa Lucia.
Il borgo di Santa Lucia resta ancora oggi uno dei luoghi di maggior richiamo per i turisti, per l’innegabile bellezza paesaggistica e per i diversi aspetti culturali che caratterizzano il borgo.

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La storica sede del Gruppo in via Santa Lucia 50

02 Mar 2016

I creditori possono agire immediatamente sui beni del debitore – Il nuovo articolo 2929 bis del codice civile

Segnaliamo importanti novità relative all’ articolo 2929 bis del codice civile (D.L. n. 83/2015 il cosiddetto Decreto Giustizia per la Crescita, convertito in legge con modificazioni dalla L. 6 agosto 2015, n. 132 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 20 agosto 2015, n. 192).

L’articolo assume un valore importante in relazione ai Trust, donazioni ed i fondi patrimoniali.

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Negli anni passati questi negozi (specialmente il trust), sono stati oggetto di molteplici controversie giudiziarie volte a sondare la validità di questo principale effetto in contrapposizione con la tutela riconosciuta alla massa dei creditori che con tale strumento vedevano lesi i loro diritti.
In tale ottica il legislatore ha con il suindicato art. 2929 bis teso ad aumentare le tutele dei creditori, ma non senza problemi. L’art. 2929 bis rubricato “Espropriazione di beni oggetto di vincoli di indisponibilità o di alienazioni a titolo gratuito” così dispone:

“Il creditore che sia pregiudicato da un atto del debitore, di costituzione di vincolo di indisponibilità o di alienazione, che ha per oggetto beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri, compiuto a titolo gratuito successivamente al sorgere del credito, può procedere, munito di titolo esecutivo, a esecuzione forzata, ancorché non abbia preventivamente ottenuto sentenza dichiarativa di inefficacia, se trascrive il pignoramento nel termine di un anno dalla data in cui l’atto e’ stato trascritto. La disposizione di cui al presente comma si applica anche al creditore anteriore che, entro un anno dalla trascrizione dell’atto pregiudizievole, interviene nell’esecuzione da altri promossa. Quando il pregiudizio deriva da un atto di alienazione, il creditore promuove l’azione esecutiva nelle forme dell’espropriazione contro il terzo proprietario. Il debitore, il terzo assoggettato a espropriazione e ogni altro interessato alla conservazione del vincolo possono proporre le opposizioni all’esecuzione di cui al titolo V del libro III del codice di procedura civile quando contestano la sussistenza dei presupposti di cui al primo comma, nonchè la conoscenza da parte del debitore del pregiudizio che l’atto arrecava alle ragioni del creditore.”

In base a quanto sopra, il creditore ha un anno di tempo dalla data di trascrizione del vincolo di indisponibilità (ossia costituzione del Trust/fondo patrimoniale) o della donazione per far pignorare l’immobile o il bene mobile registrato del debitore, anche senza avere ottenuto la revocatoria dell’atto.

Si attuerebbe, in tale senso, una inversione del sistema poiché se prima dell’introduzione del nuovo art. 2929 bis c.c., il creditore avrebbe dovuto provare con un atto di revoca di aver subito un pregiudizio dagli atti di disposizione patrimoniale messi in atto dal debitore, adesso, con il nuovo disposto, si presuppone l’esistenza della malafede del debitore nel compimento di atti di donazione o di vincoli di destinazione del proprio patrimonio e la possibilità per il creditore di procedere direttamente con l’esecuzione.
Il pignoramento dovrà, però, essere trascritto entro un anno dalla trascrizione della donazione o del vincolo di indisponibilità. E’ ammessa l’opposizione da parte del debitore.

La prima e principale conseguenza di questa nuova disposizione è sicuramente l’aumento delle garanzie patrimoniali dei creditori sempre che ci si muova entro i termini indicati. Estremamente negative sono invece le conseguenze in capo al debitore , in quanto la nuova disposizione incide negativamente sul diritto di difesa del debitore, il quale, nonostante la possibilità di attivare il giudizio di opposizione potrebbe rischiare comunque la perdita dei beni nonostante non ci sia stato lo svolgimento del giudizio di merito inerente la supposta mala fede circa il compimento degli atti formativi del vincolo di destinazione.

Fonte: http://www.apito.it/
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23 Feb 2016

La storia del nostro Presidente

Antonino Restino era un giovane investigatore nel 1974, anno in cui decise di fondare la società A-Zeta nel cuore di Napoli.

Erano tempi lontani rispetto alla molteplicità dei campi di applicazione che la professione dell’investigatore ha oggi.
Allora gli investigatori si interessavano per lo più di infedeltà coniugale e di informazioni commerciali; l’informatizzazione era ancora lontana.

L’informazione commerciale inizialmente consisteva in una vera e propria attività investigativa. Veniva eseguita direttamente dagli operatori sul territorio che dopo aver fatto una serie di accertamenti, rientravano in sede e consegnavano le loro risultanze. Queste ultime venivano integrate con varie altre attività quali visure, protesti, visure camerali.

Erano anni in cui Antonino Restino, sul campo, giorno dopo giorno, costruiva il futuro di AZ.

La prassi di utilizzare le informazioni commerciali si diffuse rapidamente, il mercato cominciò a crescere e cambiarono le esigenze dei clienti.
Le richieste di informazione diventarono sempre più numerose e la carta vincente fu quella di aggregare l’attività investigativa delle risorse umane con quella tecnologica ed informatica.
La prima risposta “tecnologica” di A-Zeta, nata da un’intuizione del Presidente, fu l’acquisto (con enorme coraggio) di macchine da scrivere elettroniche capaci di contenere piccoli testi standard e quindi di accelerare la capacità produttiva a parità di tempo.
Mentre i concorrenti scrivevano con le classiche Olivetti meccaniche, Restino investiva i pochi risparmi dell’attività in due prodigi, per quei tempi, della tecnologia.

Gli investimenti tecnologici si rivelarono vincenti, coniugati alla formazione delle risorse umane, attività pioniera per i tempi.
Il Presidente investì la gran parte dei guadagni, anno dopo anno, per costruire il futuro digitale di quella che oggi è una Fintech company a tutti gli effetti.

L’azienda, partita come piccola realtà familiare, ha saputo rispondere tempestivamente alle sfide richieste grazie ad enorme flessibilità e capacità di gestione in un mercato che ben presto da cittadino diventò nazionale.

Successivamente arrivò l’incarico di grande orgoglio dove la Società Sportiva Calcio Napoli richiese di fare attività di intelligence su Maradona e sulle sue frequentazioni. Furono due anni di indagini condotte personalmente da Antonino Restino, anni intensi, che confermarono la grande professionalità dell’azienda e del suo fondatore nel seguire un compito così delicato con eccellenti risultati.

In seguito AZ InfoCollection si posizionò nel mercato del recupero crediti utilizzando un team di investigatori molto esperti sul territorio, di elevatissimo valore.
Capitalizzando sulle esperienze dell’attività di investigazione un altro settore sviluppato è stato quello dell’antifrode assicurativa, oggi uno dei fiori all’occhiello del gruppo.

Il Presidente con grande orgoglio, guardando al percorso fin qui fatto, non perde occasione di sottolineare con stima e affetto che i dipendenti locali sono stati la sua più grande risorsa.
“Molti dei miei più fedeli collaboratori storici, radicati nel territorio napoletano, sono ancora al mio fianco con l’intento comune di continuare a far crescere l’azienda “queste le parole di Antonino Restino in una recente intervista rilasciata a Federpol.

Per il Presidente crescere significa mettersi in gioco ed investire, citiamo le sue dichiarazioni “Provengo da una famiglia umile che però mi ha dato la ricchezza dell’insegnamento che lavorare e sacrificarsi è la regola. Ho seguito questo esempio, ho sempre creduto in quello che facevo. All’inizio la mancanza di liquidità per investire è stata una difficoltà e poteva essere un freno, ma ho sempre portato avanti l’idea che con tenacia e passione e con l’investimento di ogni singolo centesimo, potessi raggiungere dei grandi obiettivi. Così è stato.”

Antonino Restino guida da oltre 40 anni un’azienda florida in continua crescita e grazie alla sua tenacia e determinazione son stati raggiunti obiettivi ambiziosi in questa lunga storia. Ancora oggi, dopo tanti anni, lavora costantemente al fianco del management per costruire tutti i processi e le innovazioni nei servizi che l’azienda eroga ai clienti.